Con un vampiro affettivo non si può stabilire una relazione sana ma solo un gioco vittima-carnefice.
Il manipolatore relazionale è un tipo di personalità patologica narcisista, egocentrica; un vampiro psico-affettivo che si nutre dell’essenza vitale delle sue prede.
Tutti i manipolatori affettivi sono vampiri emotivi ma non tutti i vampiri emotivi si trasformano in manipolatori.
I vampiri emotivi, o energetici, come li chiama Mario Corte nel suo illuminante testo, sono persone comuni nelle quali potremmo imbatterci quotidianamente: amici, conoscenti, colleghi, superiori, che condividono tra loro una profonda insoddisfazione di fondo, un senso di noia e di vuoto che le rende fondamentalmente prive di risorse per affrontare il mondo che le circonda.
È per tale ragione che, per dare un senso alla loro esistenza e sentirsi in qualche modo vive, hanno bisogno di sottrarre energie agli altri senza però necessariamente instaurare relazioni durature come fanno i manipolatori con le loro prede.
Il manipolatore affettivo critica, disprezza, colpevolizza, ricatta, ricordando agli altri i principi morali od il perseguimento della perfezione, ma questo solo quando gli torna utile.
E per raggiungere i suoi scopi ricorre a raggiri, ragionamenti pseudo-logici che capovolgono le situazioni a suo proprio vantaggio.
Spesso la sua comunicazione è paradossale: messaggi opposti in double bind, a cui è impossibile rispondere senza contraddirsi oppure deforma il significato del discorso.
Si auto-commisera, si deresponsabilizza, non formula richieste esplicite e chiare.
Eppure non tollera i rifiuti, vuol sempre avere l’ultima parola per trarre le sue conclusioni, pur non condivise.
Si tratta, insomma, di personalità disturbate e disturbanti, con cui ci si può legare sentimentalmente per venire immancabilmente destabilizzati dalla loro perfida influenza.
- Fa credere agli altri che bisogna essere perfetti, che non si deve mai cambiare opinione, che occorre sapere tutto e rispondere immediatamente alle richieste ed alle domande.
- Utilizza i principi morali degli altri per soddisfare le proprie necessità (cortesia, umanità, solidarietà, antirazzismo, gentilezza, generosità, ecc.)
- Mette in dubbio la qualità, la competenza, la personalità degli altri: critica, svaluta, giudica.
- Può essere geloso, anche di un genitore o un parente.
- Utilizza lusinghe per adularci, fa regali o diventa improvvisamente pieno di premure verso di noi.
- Fa la parte della vittima per essere compatito (esaspera i suoi malesseri e il suo carico di lavoro).
- Rifugge dalle sue responsabilità riversandole sugli altri.
- Non comunica chiaramente le sue richieste, i suoi bisogni, i suoi sentimenti e le sue opinioni.
- Risponde molto spesso in modo vago.
- Cambia argomento con disinvoltura nel corso di una conversazione.
- Evita i colloqui e le riunioni.
- Fa arrivare i suoi messaggi attraverso intermediari (telefona invece di parlare di persona e lascia appunti scritti).
- Invoca ragioni logiche per mascherare le sue richieste.
- Predica il falso per sapere il vero, deforma e interpreta.
- Non sopporta le critiche e nega l’evidenza.
- Fa minacce velate o ricatta apertamente.
- Semina zizzania, crea sospetti e conflitti per avere la situazione sotto controllo e per provocare la rottura della coppia.
- Cambia idea, comportamenti, opinioni a seconda delle persone e delle situazioni.
- Mente.
- Punta sull’ignoranza degli altri e li convince della sua superiorità.
- E’ egocentrico.
- I suoi discorsi sembrano logici e coerenti, mentre i suoi modi, le sue azioni e il suo stile di vita non lo sono affatto.
- Si riduce sempre all’ultimo momento per chiedere, comandare o far fare qualcosa agli altri.
- Non tiene conto dei diritti, dei bisogni e dei desideri altrui.
- Ignora le richieste (nonostante dica di occuparsene).
- Produce uno stato di malessere o un sentimento di non-libertà (trappola).
- Ci fa fare cose che probabilmente non avremmo fatto spontaneamente.
- E’ efficiente nel perseguire i propri fini, ma a spese altrui.
- E’ costantemente oggetto di discussione tra le persone che lo conoscono, anche quando lui non è presente.
- Muta opinioni e decisioni.
- Simula somatizzazioni ed autosvalutazioni, ma dimostra sostanzialmente disinteresse affettivo.
- Colpevolizza gli altri, ricattandoli in nome del legame famigliare, dell’amicizia, dell’amore, della coscienza professionale, ecc.
- Intuisce le debolezze altrui e a marcarle
- Alcune volte sceglie una partner forte per renderla debole
- Qualunque cosa faccia l’altro non va mai bene
0 commenti:
Posta un commento