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Narcisisti perversi - Manipolatori - Vampiri psico-affettivi

Lettera d'amore di un Narcisista



Quando ti dico che ti amo intendo dire che amo il modo in cui mi sento quando sono con te.
Amo me attraverso te.
Amo vedere me stesso attraverso i tuoi occhi.
Amo vedere me stesso coi miei occhi mentre immagino come appaio attraverso i tuoi occhi. 
Amo avere una persona nuova alla quale raccontare le mie storie, esprimere le mie opinioni e condividere le mie profonde teorie e i miei pensieri sulle cose importanti della vita.
Amo sentire me stesso che dice queste cose perché immagino come suonano a te, e quanto tu sia affascinato/a da me.
Quando dico che ti amo, è perché amo avere qualcuno bello da sfoggiare, come un completo nuovo. Amo il modo in cui tu mi vesti.
Amo quello che riesco a sentire di me mentre tu sei con me.
Quando dico che ti amo, amo non essere da solo.
Amo non essere un albero che cade nella foresta.
Amo avere un pubblico personale full-time.
Quando dico che ti amo voglio dire che amo essere il tuo mistero, il tuo enigma, essere ciò che tiene sveglio la notte, essere la tua ossessione.
Amo essere il tuo altare, il tuo oggetto sacro, la tua icona, il tuo miracolo.
Amo essere la tua risposta.
Amo essere l'oggetto del tuo sacrificio.
Amo essere il tuo dolore. 
Quando dico che ti amo voglio dire che amo essere il tuo sole, monopolizzare la tua orbita, essere il centro della tua gravità, riportarti sempre da me nonostante tu cerchi disperatamente di uscirne, schiacciandoti.
Tenendoti in mio possesso. 
Quando dico che ti amo voglio dire che amo respirare la tua aria, il tuo sangue, cibarmi dei tuoi sogni.
Amo essere la tua droga, il tuo pugnale, le tue ultime volontà. 
Quando dico che ti amo voglio dire che amo la storia che posso raccontare alla mia prossima vittima circa la mia ex, di quanto stavamo bene, quanto il nostro amore fosse intenso, da favola, che coppia fossimo e in che modo tu, gradualmente, dolorosamente e senza alcuna spiegazione, pezzo dopo pezzo sia sparita.

[Fonte - A Narcissist's Love Letter ]
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3 commenti:

  1. *NOIA*
    Diario di una Psicopatica

    La verità è che mi annoio e non sempre capisco il senso delle cose.
    Ho spesso qualche obiettivo in mente ma per realizzarlo c'è sempre qualcuno di troppo, allora fantastico su come eliminare quella variabile dal problema.
    No, non voglio proprio pensare che eliminando un fattore il risultato potrebbe essere diverso.
    Mi immagino agguati dove sorprendo ed elimino chi mi impedisce di raggiungere il mio obiettivo, semplicemente perché esiste e ricopre quel posto da molto prima che io pensassi di volerlo, o se mi serve un vuoto proprio lì per perseguire il mio obiettivo.
    Dico sempre che non sono invidiosa, ma in effetti voler eliminare una donna affinché il bisogno che lui ha di me diventi senza limiti rientra in questa tipologia di sentimento. Sono incoerente, ma lo nascondo bene, io che della coerenza ne faccio bandiera di ogni mia battaglia.

    Non ricordo se ho desiderato altri così tanto da voler eliminare i problemi che ci tenevano a distanza, a distanza di sicurezza oserei dire.
    Sì, perché nella coppia è più facile mantenere gli equilibri se non si vive insieme, se ci sono altri problemi e vedersi risolleva l'umore, mentre con la convivenza non è così facile riuscire a non riversare sull'altro le proprie frustrazioni.
    Insomma io sono un veleno che è meglio prendere a piccole dosi, in più non posso stare vicino a persone avvelenate da me perché mi scatta il rifiuto verso di loro, e questo innesca tutto un meccanismo perverso di rifiuti, silenzi, derisioni, umiliazioni. Partiranno da me, ma diventeranno inequivocabilmente reciproche finché la convivenza diventerà insopportabile ad entrambi.

    Non ho mai ucciso nessuno, fin ora, tranquilli, e non sempre penso di farlo solo per puro egoismo. Ma... Me la sto raccontando un'altra volta. Lo farei per egoismo, per puro egoismo. Non sopporto di vedere infelici le persone che mi circondano e spesso penso a come risolvere il loro problema più grosso.
    Non è colpa mia se il problema è spesso incarnato da una singola persona che danneggia su più fronti le loro vite, né è colpa di chi è diventato "il problema", né di chi deve sopportare "il problema".
    Nessuno vive bene in queste relazioni: "il problema" era solo una persona con qualche problema, spesso risalente alla sua infanzia e/o alle persone che ha frequentato e che coi loro comportamenti problematici hanno influenzato il suo modo di pensare, agire, interagire col mondo, per questo quando interagiscono con la persona "giusta" pian pianino, sordidamente si trasformano, trasformando anche la persona che sta loro a fianco. Ci son momenti in cui si incastrano perfettamente, per un periodo sono complici anche in alcune lievi malefatte. Poi uno dei due si stufa e l'altro ne paga lo scotto. Entrambi attingono comportamenti devianti dall'esempio dell'altro, lo fanno proprio e lo enfatizzano esasperando l'altro ed auto esasperandosi.
    O almeno, questo è successo a me.
    Ho imparato tanto dagli altri, ma devo ancora affinare la tecnica per ottenere ciò che voglio. Questo è il mio obiettivo. E tutto il resto diventa semplicemente noioso al confronto.

    Voglio essere un'ancora di salvezza, una che ti risolve "il problema" affinché mi si possa essere grati, ma in verità sono solo codarda, limitata, so di non poter risolvere un tubo, ma mi crogiolo nell'idea grandiosa che ho di me perché non sopravvivrei davanti alla verità di essere totalmente inutile al mondo.

    Si impara a schermare la propria empatia, il proprio dolore, le proprie insicurezze per poi tirarle fuori come un fiume in piena. Credo di essere più pericolosa di chi non ha coscienza, perché posso metterla a tacere e poi tirarla fuori quando se ne presenta l'occasione, non devo fingere di averla semmai devo fingere di NON averla.

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  2. Quando ti dico che ti amo intendo dire che non mi amo.
    Amo te perché non ami e non amerai mai altro all’infuori di te.
    Amo il modo in cui i tuoi occhi mi si posano addosso senza vedermi. Amo il modo in cui, solo guardandomi, riesci a farmi sentire che non esisto, come se i confini della mia persona e la mia persona tutta si disfacessero completamente al cospetto della tua noncuranza e della tua scostanza.
    Amo avere una persona di cui abitare il vuoto e di cui parafrasare i silenzi, una persona che non dice mai nulla di ciò che pensa e a cui non interessa assolutamente nulla di ciò che io possa dire o pensare.
    Quando dico che ti amo, è perché dubito che a qualcuno possa venire voglia di tenermi con sé, di farsi vedere con me, di raccontare alle altre persone di me.
    Amo il fatto che non riesco a pensare a nient’altro che a te. Il fatto che quando provo a conoscere altre persone riesco soltanto a imputargli l’imperdonabile colpa di non essere te, comportandomi con loro esattamente come tu ti comporti con me.
    Quando dico che ti amo, intendo dire che amo aspettare una persona sapendo già con anticipo che non arriverà mai. Che quando torna, se torna, lo fa poco e male.
    Amo il fatto che sia tu, al posto mio, il protagonista della mia vita.
    Quando dico che ti amo voglio dire che amo il fatto che tu sia il mio chiodo fisso e la mia prigione di sale, un bacio di Giuda dopo mesi di atroce silenzio e lo zucchero intorno a un bicchiere d’assenzio. La mia ossessione.
    Amo il fatto che tu sia l’uomo più bello sulla faccia della terra, il mio idolo, la proiezione più disperata e irraggiungibile della mia felicità.
    Amo che tu sia la mia unica risposta.
    Amo che ogni cosa che io faccia, anche se lo nego, sia in funzione di te, in virtù di te o a presunto danno di te.
    Amo che tu sia il mio dolore.
    Quando dico che ti amo voglio dire che amo non avere baricentro, vivere in balia della tua noia e della tua imprevedibilità, raccogliendo da terra l’elemosina che ogni tanto dispensi al solo scopo di tenermi vicina, come se fosse il dono più grande. Continuando a ripetere che un giorno andrò via, ma senza mai essere pronta all’idea che possa davvero arrivare quel giorno. Il giorno in cui tu per me tu possa non esistere e possa invece farlo io per me stessa.
    Quando dico che ti amo voglio dire che ti farei respirare la mia aria e ti darei da bere il mio sangue.
    Amo che tu sia i segni sulle mie braccia, le mie urla disperate e la droga che nessun’altra droga può rimpiazzare.
    Quando dico che ti amo voglio dire che amo la storia che continuo a raccontare a me stessa, quella della grande storia di amore che vivremo il giorno che cambierai grazie alla forza del mio amore, quando finalmente sarò abbastanza da meritare il tuo.

    Claudia C.

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    Risposte
    1. ama qualcuno che sia la tua gioia, dolcezza mia. Non definire amore ciò che è dipendenza, manipolazione, dolore. Basta elemosinare, iniziamo a mettere a fuoco la verità "accettiamo l'amore che pensiamo di meritare". Ma dobbiamo smetterla di far dire a qualcun'altro chi siamo e cosa meritiamo, riprendiamoci la nostra vita tesoro mio!
      PS: straziante ma bellissima.
      Beatrice G.

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